Capitolo 6 - Robert
Ero rimasto quasi tutta la notte disteso accanto a lei senza toccarla…senza svegliarla…perchè nel sonno era davvero un angelo e il calore del camino era niente rispetto a quello che avvertivo nel cuore.
Era sorprendente con quale facilità fosse entrata nella mia vita e ancor di più lo era la sensazione di familiarità che provavo quando stavamo assieme…sembrava che ognuno di noi sapesse dell’altro tutto ciò che vi era da sapere, tutto il resto sarebbe stato superfluo…e non ci importava.
In molte cose eravamo simili anche se non ne avevamo mai parlato…e lo potevamo capire anche solo guardandoci negli occhi…e ancora non riuscivo a crederci.
“ Che gran cretino sono stato ieri sera…mi prenderei a pugni da solo”….Non volevo pensarci più, ma nella testa continuavo a rimuginare la bastardata e non mi davo pace.
” Ora basta! “
Le fiamme stavano lentamente spegnendosi e mi alzai per buttarvi un ceppo e ravvivarlo.
L’indomani avrei trovato il modo di farmi perdonare, cercando di farle ritrovare quel sorriso che già mi mancava.
Era radiosa quando scoppiava a ridere e sembrava che tutto intorno a lei si accendesse….davvero straordinaria… Mi sembrò di vederla e come sempre il suo sorriso mi contagiò…che cretino.
Guardai l’ora …erano le sette del mattino, ma fuori era ancora piuttosto buio.
Avevo voglia di una doccia e mi avviai verso la camera da letto situata sul piano rialzato e che occupava tutto il ballatoio rivestito da travi in legno massiccio.
Salendo le scale lentamente per non fare rumore mi voltai a osservarla…non si era mossa e il respiro era lento e costante…metteva pace starla a guardare.
” Eh si piccola…sei proprio stupenda”
Raggiunsi velocemente la grande doccia che occupava uno spazio separato da pareti trasparenti in vetro e mi spogliai lasciando i vestiti a terra, buttandomi sotto il getto d’acqua calda. Rimasi per un po’ immobile, mentre il lento fluire delle gocce nebulizzate rigeneravano il mio corpo come un leggero massaggio corroborante.
Lasciai che i miei pensieri seguissero la sensazione di piacere del mio corpo…e senza volerlo trovarono lei…calda e sensuale sopra di me che mi conduceva oltre il limite …facendomi dimenticare tutto…fino a perdermi. Non c’erano inibizioni tra noi…niente che sembrasse sbagliato o sgradevole…la passione ci divorava e noi lasciavamo che i nostri corpi si esprimessero liberamente…senza paura.
Mi accesi senza volerlo sentendomi uno stupido e cercai di scuotermi azionando l’acqua fredda…la desideravo, su questo non vi era dubbio, ma dovevo prima farmi perdonare e lasciare il resto a dopo.
Mi scrollai l’acqua di dosso scuotendo il capo e passandomi le mani tra i capelli tirandoli indietro, raccolsi l’asciugamano dal calorifero e mi ci avvolsi legandolo in vita. Passando davanti allo specchio mi soffermai ad esaminare la barba che non facevo da più di tre giorni… “ Sembro un orso conciato così”
Abitualmente, nei momenti che mi concedevo nelle pause dal se,t lasciavo da parte il look e mi godevo la liberta’ di vestire comodo e radermi era l’ultimo dei miei pensieri, ma ero sicuro che se mi fossi curato un po’ lei avrebbe gradito …e così… con cura…ritrovai i miei lineamenti squadrati sentendomi un altro.
“ Ecco fatto Tesoro..” Dissi tra me schiaffeggiandomi entrambe le guance.
“ Come nuovo”
Tornai in camera dove avevo lasciato il bagaglio e scelsi degli abiti comodi da indossare in casa…speravo non saremmo usciti per …un bel po’.
Mentre raccoglievo i vestiti da terra mi accorsi della vibrazione del cellulare che era rimasto nella tasca dei pantaloni e lo raccolsi per leggere il messaggio.
< CIAO TESORO, SONO DA TE TRA 10 MINUTI CON LA COLAZIONE, VEDI DI PREPARARMI ALMENO IL CAFFE’ O NON TI PARLO PIU’…KISS <3 LIZZY> J
“ Oh Santo cielo…che ci fa quella pazza da queste parti. “
Non potevo fare a meno di sorridere all’idea di poterla riabbracciare era da un po’ che non la vedevo anche se al telefono ci sentivamo spesso. Negli ultimi mesi eravamo stati parecchio in giro per il mondo per lavoro e incrociarci era diventato davvero un’impresa.
< CIAO PAZZA…NON SUONARE QUANDO ARRIVI O SVEGLI IL MIO ANGELO…TI ASPETTO SUL RETRO…BACIO>….
e subito arrivò la sua risposta < ????>
Sapevo di farla morire di curiosità, ma era quello che volevo quindi non risposi e scesi verso la cucina per andarle incontro.
La vidi spuntare dal vialetto con un’auto sportiva esagerata che sapevo amava prendere a noleggio ogni volta che veniva da queste parti.
Scese togliendosi gli occhiali da vista che usava solo per guidare e mi venne incontro a braccia aperte per abbracciarmi.
- Ehi Ciao fratellino, cosa mi combini…cos’è questa storia del tuo angelo? Non tenermi sulle spine e raccontami tutto…ah…approposito come stai? - Si scostò un po’ allargandomi le braccia.
- Fatti guardare? Ma sei uno schianto assoluto ragazzo…mmm> Sorrideva canzonandomi.
- Ciao Lizzy, sempre la solita simpatica eh? Che ci fai da queste parti? - Il vento freddo si faceva sentire.
- Ti prego Rob entriamo o mi ghiaccio tutta dai, ti ho portato dei dolcetti che son sicura ti faranno impazzire, sono alla marmellata. –
- Lo sai che la marmellata non mi piace…Ah…l’hai fatto apposta vero? –
- Siiiii…mi vuoi bene lo stesso? – Era felice fuori misura, considerando l’orario del mattino…non era da lei.
-Ne avevo bisogno io per farmi coraggio, devo dirti una cosa, ma entriamo dai. –
- AH! Fai piano però, sul divano c’è la Bella addormentata. –
- Dai… e chi è?-
-Il mio angelo. - Entrando le feci cenno col dito di stare zitta e di seguirmi, dopo essersi tolta di dosso il cappotto e la lunga sciarpa nella quale era avvolta.
La condussi al divano dove Francies ancora riposava tranquilla e con un sorriso le feci segno di non fiatare.
Mi sentivo uno sciocco a presentarla in quel modo a mia sorella, ma non la volevo svegliare e quindi la trascinai via prima che le venisse in mente qualche strana cosa.
Ci facevamo le faccette e i gridolini soffocati come quando eravamo bambini e come due scemi ci spostammo in cucina per la colazione.
Era bello rivederla, ma mi chiedevo ancora quale fosse il motivo vero della sua visita.
- E allora? Tu che mi dici? - Sorrise un po’ nervosa…non stava più nella pelle.
- Senti Rob, sono qui perchè devo dirti una cosa. - Le sfuggì un gridolino. - Mi sono innamorata e lui mi ha chiesto di sposarlo..aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh…sono felicissimaaaa> Disse tutto d’un fiato.
- SSSShhhhhh….parla piano…non ci credo, mi prendi in giro? Lui chi è? - Si ricompose senza però togliersi dalla faccia quel sorriso che le andava da un orecchio all’altro.
- Si chiama Steve Larsen è un produttore che segue il nostro gruppo da qualche tempo e che pian piano si e’ innamorato di me….ed io di lui. E’ bellissimo e fantastico e strepitoso…insomma lo amo! - Rimasi stupito di vedere tutto quell’entusiasmo sulla sua faccia, conoscendola avrei immaginato che una richiesta di matrimonio la terrorizzasse e invece…
- Stai andando da lui? –
- Si, ha preso una villa a trenta miglia da qui e lo sto raggiungendo per una settimana di relax, ne ho proprio bisogno prima di tornare a Londra per incidere il nuovo disco. -
- Sono felice …se lo sei anche tu. L’hai già detto a Mamma e Papà? -
- No non ancora, lo farò di persona quando tornerò a casa la settimana prossima. La mamma impazzirà. –
- Figurati tua sorella, saranno felici vedrai…lo so. -
- E tu? Che mi racconti? Sempre depresso? Dovresti fare i salti di gioia, sei amato come un Dio da mezzo mondo e te ne stai sempre da solo a suonare la tua chitarra, ma si può? -
- Non essere antipatica, lo sai che non mi danno respiro e comunque da un paio di giorni non ci penso…ed è già una conquista. -
- Centra forse la Bella addormentata? –
- Il mio angelo? Credo di si, anche se non ne sono completamente sicuro. Ieri sera abbiamo discusso e mi sono comportato come un idiota ferendola e oggi devo essere impeccabile per farmi perdonare. -
- Non approfittarti di lei, sembra una ragazza semplice e sinceramente… è adorabile. -
- Non lo farei mai , sai che non sono il tipo…non lo sono mai stato. -
- Bene, ora devo andare Steve mi aspetta. –
- Ti accompagno dai. -
Mi infilai il giubbotto che tenevo appeso dietro la porta e nella tasca ripescai il mio vecchio berretto di lana nero. ” Ecco dov’era finito”
Gettai uno sguardo verso il divano, ma da quella posizione non la potevo vedere. ” Torno subito piccola…dormi. ” Pensai….che scemo.
Usciti fuori Lizzy cominciò a chiacchierare andando verso l’auto ed io annuivo come al solito, senza aver modo di dire la mia. Sorridevo perchè la sua vitalità era contagiosa e giunti vicino all’auto le strinsi la sciarpa al collo facendo finta di strozzarla e poi l’abbracciai ridendo e schioccandole due sonori baci sulla guancia
Rideva, ma poi si fece seria.
- Mi raccomando Robert, tieni la bocca chiusa e non dire niente a mamma e papà e soprattutto alla strega di tua sorella, voglio vedere la sua faccia nell’istante esatto in cui lo verrà a sapere, ok? - Mi puntava il dito come quando da bambini mi costringeva a inutili giuramenti continui, pur sapendo che non avrei mai aperto bocca.
- Ok ok lo farò. Ora fammi tornare da Francies, non vorrei si svegliasse all’improvviso senza trovarmi. –
- Ciao ciccio, fai il bravo eh? –
- Ciao Lizzy, buon week-end. -
Ci salutammo e rimasi a guardarla mentre si avviava al cancello che avevo aperto col telecomando non appena eravamo usciti di casa.
“ Francies” Dovevo tornare da lei, avevo bisogno di abbracciarla e di sentire la sua voce. Decisi di svegliarla e gettato il giubbotto in cucina mi avvicinai al divano pregustando il piacere di un suo sorriso. Stavo per aprir bocca quando ciò che vidi mi paralizzò.
Lei non c’era, il divano era vuoto e la coperta era a terra.
Cercai di pensare a dove potesse essere e alzai gli occhi ispezionando intorno e chiamandola a voce alta, ma niente.
Corsi di sopra per vedere se fosse salita a cercarmi, ma era vuoto.
Il panico mi colse e urlai il suo nome più volte sperando mi sentisse, ma l’eco della mia voce fu l’unica risposta.
Mi sedetti sulla sponda del letto mentre un senso di vuoto si impadroniva di me.
Dovevo trovarla, non poteva essere lontana.
Scesi le scale di corsa e buttai l’occhio lì dove avevo lasciato la sua sacca e col cuore in gola mi resi conto che se n’era andata.
“Non così…ti prego non così…”
Presi le chiavi dell’auto e senza sapere dove, uscii a cercarla….
1 commento:
Poracaccia miseria!!! Lo adoro....
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