Capitolo 19 - Robert
Era sempre la stessa storia, ma per quanto accadesse ogni volta…non riuscivo ad abituarmi ai numerosi paparazzi che si appostavano agli angoli delle strade o nei locali più frequentati.
Phill si era accorto degli obiettivi delle macchine fotografiche puntati nella nostra direzione e con discrezione mi aveva messo al corrente della cosa , consapevole che tutto ciò fosse inevitabile…come sempre.
Sapeva bene quale fosse il nostro programma della giornata ed aveva organizzato dei punti di copertura…dove guardie del corpo addestrate si prodigavano per la mia sicurezza, agendo a distanza lì dove si fosse reso necessario e questa …era una di quelle occasioni.
Cosa avrei dato per non essere nessuno, per potermi muovere liberamente, senza nascondermi…senza fingere.
Non volevo mettere al corrente Francies di questo dettaglio…almeno non subito.
Desideravo che prima si godesse le novità che la città offriva…e per la stampa ci sarebbe stato tempo anche dopo.
Non sapevo come la Summit avrebbe preso la cosa, ma non me ne importava …Francies era importante per me…e non mi sarei privato dei nostri preziosi momenti per niente al mondo.
La vidi salire in macchina al mio fianco visibilmente preoccupata e cercai di stemperare la tensione che si era creata… cercando di farla sorridere.
-Abbiamo dello shopping da fare, non mi va di vederti chiacchierare ancora col tuo amichetto…- Le sorrisi, ma lei sembrava non divertirsi affatto.
- Che è successo Robert? Hai cambiato atteggiamento in un attimo, mi nascondi qualcosa?-
- Non preoccuparti…normale amministrazione, non posso rimanere così a lungo in un luogo pubblico o mi ritrovo addosso fotografi o fans. Stavamo così bene qui tranquilli che non mi ero reso conto del tempo che passava e Phill me lo ha gentilmente ricordato, non è successo niente…rilassati. - L’attirai vicino a me facendola scivolare sui sedili di pelle e le stampai un bel bacio in bocca.
- Ok scusa, ma non so mai che succede con te.- Sospirò, si era tranquillizzata.
Era bastato un attimo…i suoi occhi rasserenati avevano cambiato anche il mio umore. Non riuscivo più a gestire i suoi sguardi senza sentirmi spiazzato…era singolare…era bellissimo.
- Senti, mi piacerebbe prima di tutto pensare al regalo per Lizzy e siccome sei suo fratello devi assolutamente aiutarmi a scegliere l’oggetto adatto. C’è qualcosa in particolare che le potrebbe piacere? – Rimase a fissarmi in attesa.
- A mia sorella? Lo sa solo lei, cambia idea e gusti ogni giorno e non l’ho mai vista indossare lo stesso vestito per più di due volte. Non ha una residenza fissa o almeno non vi rimane troppo a lungo e mi chiedo proprio come farà ora che avrà un marito.- Il quadretto non era dei migliori, ma era la verità.
-Quindi mi stai dicendo che dovrò pensarci da sola?- Sembrava stupita, ma sorrideva.
- Una cosa del genere…si!- La strinsi strusciando il naso contro il suo.
Allungò la mano per accarezzarmi e non resistetti baciarne il palmo che profumava di lei e a coprirla poi con la mia.
Era un riflesso quasi spontaneo, non riuscivo a resistere alla tentazione e sembrava che il gesto le piacesse.
Stavo per baciarla quando l’autista si rivolse a me per conoscere la meta esatta.
- Allora Francies….da dove vuoi cominciare?- La vidi illuminarsi e scostandosi da me cominciò ad animarsi gesticolando.
- Non c’è un bel negozio di preziosi per la casa? Qualcosa di luccicoso e che possa andare bene per entrambi?- Mi guardava con gli occhi sgranati, tutta eccitata.
- Phill hai sentito? -Lui fece un cenno di assenso e continuò a guidare senza aggiungere altro.
- Quindi? - Mi chiese.
- Abbi pazienza ancora pochi minuti e lo vedrai. Ti fidi di me? - Soffocò un gridolino di eccitazione e mi strinse forte, gettandomi le braccia al collo.
Ogni volta che la vedevo così serena e i suoi occhi brillavano di gioia, dentro me un altro muro veniva abbattuto e scoprivo emozioni che ancora non conoscevo e che mi lasciavano senza parole ad ammirare un orizzonte nuovo…che fino a pochi istanti prima non credevo possibile esistesse.
La magia dei suoi sguardi e dei suoi sorrisi, andavano oltre tutto ciò che conoscevo… e in quel momento scoprivo di volerle bene un pochino di più.
Le priorità che fino a qualche giorno prima sembravano imporsi nella mia vita. stavano via via cambiando e tra lo spaventato e l’eccitato, lasciavo che lei mi mostrasse tutto ciò che di bello mi stavo perdendo.
Entrando in Rodeo Drive le feci vedere il grande Wilshire Hotel, il Four Season, lì dove era stato girato il film Pretty Woman e ridendo le feci qualche battuta alla Richard Gere.
Lei stette al gioco e come Julia Roberts non era niente male…e tra una battuta e l’altra la sentii chiamarmi Edward, come il ricco personaggio del film, senza sentire più quella fitta dolorosa che avevo provato la prima volta sulla spiaggia.
Qualcosa era cambiato e forse più di quanto fossi disposto ad ammettere, ma non avevo più paura…perchè il mio angelo era con me.
L’auto accostò al marciapiede e Phill venne ad aprirci la portiera.
Uscii per primo e mi voltai per aiutarla a scendere e quando i nostri sguardi si incrociarono scoprii sul suo volto una luce nuova….che insieme alle altre splendide cose di lei…fece battere il mio cuore…
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