
Capitolo 1 – Francies – L’incontro
Da quando avevo incrociato il suo sguardo … solo … seduto al bancone del bar di quell’enorme albergo fuori dal mondo…avevo smesso di respirare…
e il mio cuore batteva con insistenza, cercando di rincorrere quel respiro che faticava a tornare regolare.
Ero arrivata per uno scherzo del destino in quella zona desolata non lontana da Malibù, dopo un infinito viaggio lungo la costa californiana, per raggiungere quel po’ di pace che il mio lavoro e la vita nella Grande Mela non mi permettevano mai di avere.
Mancava poco più di un mese a Natale… ero esausta ..
e dopo alcuni mesi faticosissimi alle spalle, mi ero concessa una breve vacanza per rilassarmi …staccare da tutto e per poter incontrare la mia amica Barbara e la sua famiglia che vivevano dall’altra parte del paese.
Il mio volo da New York per raggiungere Los Algeles era stato deviato per San Francisco a causa del maltempo e avevo deciso di raggiungere Newport Beach in automobile, prendendomi del tempo da trascorrere da sola con i miei pensieri.
I venti oceanici avevano caricato quelle nubi già gonfie, trasformandole in un pericoloso uragano che stava spazzando la costa più a sud, proprio dove ero diretta, costringendomi a cercare un riparo finché non fosse passato il pericolo.
Il motore dell’auto a noleggio aveva esalato l’ultimo respiro proprio nel parcheggio dell’hotel…quasi volesse anch’essa concedersi il meritato riposo dopo l’estenuante viaggio alla quale l’avevo costretta…
Ed ora ero lì…gli occhi a fuggire i suoi…per poi inseguirli di nuovo.
Avevo preso una stanza in quel grande albergo che sembrava deserto e dopo una doccia calda e un breve riposo ero scesa nella sala Bar per cercare qualcosa da mangiare e mi ero seduta in un piccolo ed accogliente tavolo che si trovava accanto al confortante calore di un caminetto acceso.
Nella grande sala c’erano soltanto tre persone…
una di queste ero io…
l’altro il barista…
e il terzo era lui…Robert Pattinson…che sorseggiava distrattamente una birra fumando una sigaretta dopo l’altra.
Aveva alzato lo sguardo su di me non appena il cameriere si era avvicinato per prendere l’ordinazione e non mi aveva staccato gli occhi di dosso fino a quando se n’era andato lasciandomi sola…a sostenere l’intensità di quei dolcissimi occhi verdi come il mare d’inverno che ad ogni occhiata mi trapassavamo da parte a parte, lasciandomi sconvolta dalle reazioni incontrollabili del mio corpo.
Deglutii a fatica stringendo tra le mani la sola cosa che mi ero portata dietro…il mio diario, rigirando tra le dita la mia penna preferita che avevo sempre con me e che era la mia unica confidente.
La sala era enorme e il fatto che fosse vuota e silenziosa la faceva apparire ancora più grande, ma i particolari mi sfuggivano perché sembravano sfumare intorno alla sua figura poggiata sul bancone, con le dita di una mano infilate tra i capelli e nell’altra un cellulare che nervosamente continuava a controllare … in attesa forse ...di una telefonata importante.
Lasciai aperta una pagina del mio diario e scarabocchiai cose senza senso per non dover sostenere continuamente quegli occhi invadenti che mi lasciavano stordita.
Il barista aveva poggiato sul bancone il mio toast e la mia bibita e si era poi allontanato, chiamato da un collega che lo aveva costretto a seguirlo in fretta nel retro.
Io… lì a quel tavolo…e lui… seduto proprio davanti alla mia cena.
Lasciai scorrere qualche minuto che mi parve interminabile …incapace di prendere una qualsiasi decisione, mentre quel gioco di sguardi non mi dava pace.
Mi feci coraggio e mi alzai per andare a prenderla da me, senza accorgermi che in mano stringevo ancora la mia penna… quasi fossi aggrappata ad un’ancora di salvezza.
Mi avvicinai veloce…convinta che se non avessi affrontato quel tratto che mi separava da lui con decisione, le mie gambe mi avrebbero tradita e quando gli fui quasi accanto lo vidi ruotare lo sgabello sul quale era seduto e scivolare agilmente in piedi a meno di un metro da me.
Sobbalzai per lo stupore e inavvertitamente la penna che ancora stringevo nella mia mano cadde a terra, facendo riecheggiare nella stanza il suo rumore di metallo vuoto.
Istintivamente ci chinammo insieme e le nostre mani si toccarono nel tentativo di afferrarla.
Un brivido intenso e incontrollato mi percorse la schiena e mi sollevai da terra di colpo sbattendo forte con la testa sotto al suo mento e subito dopo udii un soffocato lamento uscire dalle sue labbra.
Mi sollevai per guardarlo e vedere il disastro che avevo combinato, portando la mano alla testa nel punto dolorante col quale lo avevo colpito e l’altra davanti alla mia bocca spalancata.
Lui stringeva la mascella facendola ruotare, facendo buffe smorfie con la faccia.
-Oh Mio Dio ti ho fatto male? – la mia voce quasi distorta.
-Non…credo…- La sua voce...un tuffo al cuore.
Le parole gli morirono in bocca e mi lasciai accarezzare dalla dolcezza di quello sguardo sul quale vidi nascere un tenero sorriso.
Scoppiammo a ridere come due sciocchi rimanendo a guardarci per alcuni istanti…senza riuscire a dire altro…mentre le risa scemavano in un sorriso aperto…e disarmante.
-Scusami…- Riuscii appena a balbettare, mentre dentro di me una valanga di emozioni mi travolsero…impedendomi di dire altro.
Ci fissammo un po’ imbarazzati ….il tempo sembrò fermarsi…scandito dal battito del mio cuore che sembrava impazzito.
Il trillo del telefono appoggiato al bancone accanto a lui cominciò a vibrare segnalando l’arrivo di una chiamata…
Lo vidi cambiare immediatamente espressione e abbassati gli occhi si voltò per afferrarlo e far scorrere gli occhi sul display.
- Scusami…- e si allontanò di pochi passi per avere modo di parlare senza essere ascoltato.
A disagio raccolsi il vassoio rimasto sul bancone e tornai al mio tavolo, mentre il mio stomaco si contorceva soffocato dal turbinio di emozioni che vorticavano dentro me.
Cercai di non sembrare curiosa, ma ero irresistibilmente attratta dalla sua figura che, lontano abbastanza da non poterlo sentire, stava gesticolando nervosamente…camminando avanti e indietro avvolto dalle boccate di fumo della sigaretta dalla quale sembrava non riuscisse a staccarsi.
Mi costrinsi a mordere un angolo del mio toast e mentre masticavo senza appetito lo vidi imprecare chiudendo la chiamata e dopo aver spento in malo modo la sigaretta sul posacenere abbassarsi a terra per raccogliere qualcosa.
Si avvicinò guardandomi diritta negli occhi e un a volta giunto di fronte a me appoggiò sul tavolo la mia penna che alla fine era rimasta dimenticata a terra…ultimo dei miei pensieri.
Fece per dirmi qualcosa…ma alla fine vi rinunciò e sollevando l’angolo della sua bocca mi regalò il suo ineguagliabile sorriso sghembo…e si allontanò superando la porta …lasciandomi sola in quella grande sala.
L’appetito era scomparso…e lasciai tutto il mio pasto sul tavolo per tornare nella mia stanza…ancora scossa dall’incontro inaspettato.
Afferrai il mio diario e raccogliendo la penna l’avvicinai al naso per annusarla…e mi accorsi che vi era rimasto impresso il suo profumo…che insistente continuava ad insinuarsi nelle mie narici…risvegliando ogni fibra del mio essere.
La salita con l’ascensore sembrò non avere fine, mentre la stanchezza tornò a farsi sentire sui muscoli indolenziti.
Scesi all'ultimo piano avvertendo il silenzio che incombeva nell'intero albergo conferendogli un qualche cosa di sinistro e il corridoio buio contribuiva decisamente a renderlo tale.
Le luci non si accesero al mio passaggio e imprecando lo percorsi seguendo l'unica fonte di luce che intravidi e che mi fece da guida.
Come una falena attratta dalla fiamma mi avvicinai e inconsapevolmente sbirciai…rimanendo immobile a fissare l’interno di quella stanza.
Lì...avvolto tra le lenzuola del grande letto c'era il volto dell'uomo che mille volte avevo accarezzato nei miei sogni e che come una visione ...aveva ancora una volta gli occhi puntati su di me.
Ferma sulla soglia della camera ero indecisa se gettarmi tra le sue braccia o girarmi e fuggire via...ma non appena feci cenno di voltarmi Robert mi sorrise dolcemente ...togliendomi la forza di reagire ...allungò il braccio facendo cenno di avvicinarmi...
allungai un passo incerta...
ed entrando in quella stanza fui avvolta dal suo profumo intenso e inconsapevolmente sospirai ...
Lui si accorse di quale fosse l'effetto del suo corpo su di me e come i miei sensi si fossero accesi soltanto a guardarlo...
-Non andare...ti prego ...resta.- La sua voce quasi una supplica...la mia sepolta nei meandri dell'indecisione.
Ancora un passo…i suoi occhi nei miei…
L’indecisione durò un istante infinito e quando le già deboli difese mi abbandonarono lasciai che l'istinto scegliesse per me e volando tra le lenzuola persi me stessa e fui felice di farlo...sarei stata sua...non mi importava di niente altro.
Tenero e dolce mi accolse tra le sue braccia come un dono…e la notte divenne un vortice di passione che travolse entrambi…sorprendendoci.
***
Fu dolce e tenero il risveglio il mattino seguente. Sentivo il mio corpo avvolto da un delizioso intorpidimento e accanto a me il calore di Robert che non mi aveva mai abbandonata per tutta la notte...tenendomi stretta e sognando insieme a me.
Non poteva che essere un sogno, nemmeno nelle mie più assurde supposizioni avrei mai pensato di potermi svegliare accanto a lui.
Strinsi forte gli occhi per paura che aprendoli avrei scoperto di aver immaginato tutto, ma la sua mano mi accarezzò il volto girandolo verso il suo....
- Apri gli occhi. –
La sua voce fu come una dolce musica che accarezzava la mia pelle lì dove il suo fiato mi aveva sfiorata....schiusi gli occhi lentamente temendo di svenire di fronte alla bellezza del suo volto sereno a poca distanza dal mio...i suoi dolcissimi occhi mi divoravano il cuore e il mio sangue cercava respiro correndo veloce dentro di me.
- Sei davvero tu? - Chiesi con un filo di voce.
– Secondo te? - Scherzò...e tutto il suo viso si aprì in un sorriso angelico che mi sciolse ogni difesa, non era vero...non poteva esserlo...eppure era lì…davanti a me...lo potevo toccare e udivo la sua voce.
La realtà di ciò che era accaduto quella notte mi colse impreparata e temendo di dire la cosa sbagliata...lasciai che a parlare fosse lui.
– Sei straordinaria lo sai? Ma ancora non mi hai detto il tuo nome. - Mi fissava, in attesa.
– Francies...- Quasi non riuscii a sentire la mia stessa voce.
- Sono stato bene con te...e pensavo...Francies...- Fece una pausa abbassando gli occhi un istante, poi li rivolse nuovamente a me e senza esitare mi pose la domanda..
- Vorresti rimanere con me almeno per oggi? Te ne prego...ne ho davvero bisogno ...ti va ? - E in un soffio risposi…forse troppo in fretta.
-Ok...lo farò. -
Un lieve bacio...poi un altro...e fu di nuovo il Paradiso.
Rimanemmo abbracciati, lasciando che il desiderio ci facesse volare in alto.
Quando a fatica riuscii a tornare sulla Terra mi soffermai ad osservarlo.
Un lieve bacio...poi un altro...e fu di nuovo il Paradiso.
Rimanemmo abbracciati, lasciando che il desiderio ci facesse volare in alto.
Quando a fatica riuscii a tornare sulla Terra mi soffermai ad osservarlo.
Cercai di capire se la scelta fatta la sera precedente fosse stata quella giusta o se così facendo Robert avrebbe pensato a me come ad una donna facile della quale servirsi unicamente per il proprio piacere.
Non ero quel tipo di donna...non lo ero mai stata... ma di fatto potevo sembrarlo.
Lui giaceva al mio fianco rilassato e tranquillo tenendomi appoggiata sul
petto nel suo tenero abbraccio e rivolgeva gli occhi al soffitto, silenzioso…assorto.
Rimasi incantata a guardarlo senza trovare il coraggio di muovere un muscolo temendo di rompere l'incanto e di ritrovarmi di nuovo sola. Era quasi doloroso poterlo osservare a distanza così ravvicinata...la sua pelle chiara ed ogni piccola imperfezione mi sembravano la cosa più bella che avessi mai veduto, ma quando all'improvviso si girò lentamente verso di me e incontrai i suoi brillanti occhi verdi ...così profondi...così limpidi...così sereni...ebbi la certezza assoluta di vivere un sogno...perché non poteva essere reale quello che stavo vedendo.
L'espressione serafica del mio viso probabilmente lo fece sorridere e avvicinandosi mi diede un lieve bacio sulla punta del naso....sciogliendosi dal mio abbraccio e sollevandosi a sedere.
Era arrivato il momento...me lo sentivo...sapevo che sarebbe arrivato, ma non ero preparata ad affrontarlo così presto.
Si alzò senza fretta, dirigendosi nudo verso il bagno per aprire il rubinetto della doccia.
Lo osservai muoversi con disinvoltura...senza pudori...meraviglioso.
Cosa dovevo fare? Andarmene in silenzio sentendomi una stupida...o rimanere lì ad aspettare...per cosa poi....non potevo illudermi che la cosa potesse durare.
Lo osservai muoversi con disinvoltura...senza pudori...meraviglioso.
Cosa dovevo fare? Andarmene in silenzio sentendomi una stupida...o rimanere lì ad aspettare...per cosa poi....non potevo illudermi che la cosa potesse durare.
Mi misi seduta sul letto, coprendomi con il lenzuolo ancora caldo del suo corpo e portandolo al viso respirai l'odore di sesso misto al suo profumo...e chiusi gli occhi sospirando.
Persa nei miei pensieri non mi ero accorta che ora lui stava di fronte a me e mi guardava sereno, come se tutte le preoccupazioni che mi stavano affliggendo non lo sfiorassero affatto, ne rimasi sorpresa e attesi le sue parole come un condannato a morte il suo verdetto.
-Vieni con me. - Disse invece tendendomi la mano.
- Ti ho preparato una cosa ...su alzati e chiudi gli occhi. –
Ero come ipnotizzata dalla sua voce e ubbidii senza trovare il coraggio di dire niente.
Mi prese per mano e mi guidò verso il bagno.
Non sapevo cosa avesse in mente di fare, ma mi fidavo di lui ciecamente e mi lasciai condurre...ovunque avesse voluto...pur di rimanere ancora in sua compagnia.
La sua voce accompagnava i miei passi e giunta all'interno del locale avvertii, nell'aria carica di umidità, il delicato profumo di oli essenziali che mi donarono una immediata sensazione di benessere.
La sua voce accompagnava i miei passi e giunta all'interno del locale avvertii, nell'aria carica di umidità, il delicato profumo di oli essenziali che mi donarono una immediata sensazione di benessere.
- Ora li puoi aprire...e dimmi che ne pensi. –
Indugiai qualche attimo prima di obbedire, assaporando gli aromi balsamici che mi penetravano nei polmoni ridandomi energia poi li aprii lentamente e rimasi senza fiato.
Davanti a me c'era una sala che assomigliava più ad un centro benessere che al bagno di un albergo e girando su me stessa rimasi a bocca aperta, come se fossi entrata in un'altra dimensione.
Ogni cosa che vedevo era alterata dal mio stato d'animo che nelle ultime ore aveva fatto i salti mortali dandomi il capogiro.
Su di un piano rialzato c'era un'enorme vasca posta a livello del pavimento dentro la quale potevo sentire ribollire l'idromassaggio che Robert aveva azionato poco prima e che avevo scambiato per lo scroscio della doccia.
Era surreale tutto quello che stavo vivendo e portandomi le mani davanti al viso scossi la testa per schiarire la mente sorridendo tra le dita perché lui non mi vedesse.
Avrei voluto urlare per sfogare tutta la tensione che racchiudevo nello stomaco, ma non uscì che uno sciocca risata nervosa e quasi me ne vergognai.
- E' stupendo questo posto...sembra...non lo so ...niente! Non trovo un paragone che regga il confronto. - Mi sorrise.
- Piace molto anche a me...ci vengo talvolta tra una ripresa e l'altra per isolarmi da tutti...sai non è facile vivere circondato da tutta quella gente. E’ il silenzio che mi manca e qui lo posso ritrovare. –
Si esprimeva a voce molto bassa, quasi stesse parlando a se stesso.
– Ho preparato qualcosa di speciale che penso ti farà piacere. –
Mi prese per mano avvicinandosi alla vasca che ormai aveva raggiunto il livello massimo.
Scese i tre scalini che conducevano dentro l'acqua e si lasciò scivolare all'interno...trascinandomi dolcemente con sé.
Ero col fiato sospeso e il mio cuore non riusciva più a contenere l'emozione intensa della sua vicinanza.
Si raccolse intorno a me cullandomi dolcemente e rimanemmo a lungo a giocare con le nostre dita sulla superficie con gesti lenti...e rilassanti...accompagnati dal gorgoglio dell'acqua che scendeva costante per mantenere la temperatura.
Mi rilassai contro di lui, godendo del benessere di quel tepore e della complicità con la quale le nostre mani si intrecciavano e scioglievano come carezze...
- Sono felice che tu sia rimasta, non ero in vena di restare solo. Ma come sei capitata in questo posto? Di solito non c'è mai nessuno in questo periodo, la gente ci viene solamente d'estate, in vacanza.- Sentivo le sue parole scivolare su di me, bagnata e stesa contro di lui.
- Stavo scendendo la costa per far visita ad un'amica che vive lì con il marito e tre figli, ma il viaggio si è rivelato più faticoso del previsto e il maltempo mi ha costretta a fermarmi al primo posto che ho trovato....ed eccomi qui.-
- Chissà che sorpresa per te trovarmi qui. – Sembrava divertito.
- Beh lo è stata più di quel che pensi.... – Avevo risposto d'impulso e per fortuna lo vidi sorridere serenamente.
- Era da un po' che non mi divertivo così, ultimamente ho ben poco di cui ridere. Tutti pensano che la notorietà sia una cosa strepitosa, ma in realtà non avere una vita privata pian piano ti distrugge. Sono costretto a nascondermi come un ricercato...non è piacevole credimi.-
Abbassò gli occhi chiudendosi in se stesso, mentre i capelli bagnati gli ricadevano sul viso formando rigagnoli che seguivano le dolci curve dei suoi lineamenti.
Non volevo vederlo star male in quel modo e allungai la mano sfiorandogli il volto...donandogli il calore di una semplice carezza.
Sollevò lo sguardo e sorrise nella mia mano baciandone il palmo e coprendola con la sua. Quanto amavo ogni suo piccolo gesto, ogni leggera sfumatura della sua voce così familiare, ogni singola espressione del volto, mi riempiva il cuore sapere in qualche modo di avergli donato un attimo di serenità.
Ero consapevole che tutto quello che stavo vivendo avrebbe avuto un termine, ma sapevo anche che ogni istante vissuto con lui...sarebbe rimasto nel mio cuore per sempre come un tesoro... e ricordarlo avrebbe riacceso quelle stesse emozioni e mi avrebbe fatto sentire viva così come mi sentivo ora.
Mi strinse a sé rubandomi un lunghissimo bacio, tenero e profondo, quasi cercasse sulle mie labbra di affogare i pensieri cupi di poco prima... forse era proprio così...non lo avrei saputo mai...e non mi curai di scoprirlo ora.
Restammo per un po' a giocare e ridere di molte storie buffe che mi sentii di raccontargli contagiata via via da un senso di intima complicità che rendeva sempre più facile conversare con lui...finché il suo stomaco non si fece sentire e a quell'inconfondibile gorgoglio scoppiammo a ridere come due sciocchi.
- Tu hai fame? - Mi chiese.
- Se ci penso è da ieri a pranzo che non tocco cibo…a parte un boccone di toast di ieri sera… direi proprio di sì, hai qualche idea?-
Mi alzai in piedi e feci per uscire dalla vasca quando Rob mi trattenne per la mano e ancora disteso sotto di me si mise ad osservare il mio corpo.
Non mi sentii a disagio...stranamente...era una sensazione nuova sentire i suoi occhi addosso, quasi eccitante e lo lasciai fare.
- Non avevi detto di essere affamato?-
- Non lo so...non lo ricordo più...- Sorrisi e mi abbassai per raccogliere il suo viso tra le mani.
– Attento, non vorrai mica nutrirti di me?...Edward, rivelati! Ahaha...-
Un ombra attraversò il suo volto, ma subito dopo scoppiò a ridere schioccandomi un sonoro bacio sulle labbra.
11 commenti:
bellissimo Fra... è valsa la pena aspettare... quanto mi piace questo racconto!!! me lo rileggerò tutto!!!
Che dolcezza...che serenità...meraviglioso!
Ho trovato la mia isola di pace...
francies amica mia che bello......rileggo tutto assolutamente il tuo sogno è anche il mio......kiss
brava frà bello mi piace..bel sogno ..
Eccomi, lo rileggo da capo moooooolto volentieri.......è così dolce!! baci!
bello! per me è nuovo! belissimo
danybor
Come al solito...wonderful!!
OHHH LA!! VIA CHE SI PARTE FINALMENTE CON IL PIEDE GIUSTO!!!!
bello... bello... bello, questa nuova versione mi piace moltissimo... sarà quella definitiva? come mi disse una carissima amica... ahaha scherzo Fra... è bellissimo!!!
"...i suoi dolcissimi occhi mi divoravano il cuore e il mio sangue cercava respiro correndo veloce dentro di me." ...POESIA!!!
( Manu )
Stupendo inizio..ora non mi resta altro che immergermi nel racconto man, mano che prosegue...non vedo l'ora... :))
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