sabato 12 marzo 2011

capitolo 8

Capitolo 8 –  Robert




Mi dava l’angoscia pensarla lì fuori…sola.
 La zona era praticamente deserta per molte miglia nella stagione autunnale e questa era una delle ragioni principali per le quali l’avevo scelta, se si fosse allontanata a piedi non avrebbe trovato riparo e nemmeno mezzi per raggiungere la città più vicina.
Continuavo a tormentarmi sulle ragioni che l’avevano spinta ad abbandonarmi senza una parola e l’unica che riuscii a formulare nella mia testa fu …“ Perchè sono un’idiota! “
L’avevo trattata male per una mia stupida fissazione e vista la mia reazione aveva deciso di allontanarsi, pensando che non meritassi la minima spiegazione….me ne vergognai.
Era stata così dolce con me…così paziente, mi aveva fatto sorridere di nuovo e non potevo non esserle grato per questo. Quello che sentivo davvero nel cuore, mentre mi affannavo a cercarla con lo sguardo ovunque lungo la strada e sulla spiaggia…era molto più profondo…ma non riuscivo a capire esattamente cosa fosse, forse paura per la sua vita…forse voglia di riabbracciarla…non capivo proprio.
Mentre mi arrovellavo sulle risposte da trovare alla mia domanda  vidi la sagoma di una persona che si dirigeva verso la riva, proprio vicino alla torretta dei bagnini…e sospirando di sollievo accostai l’auto per raggiungerla a piedi.
Era lei…la riconobbi dall’inconfondibile maglione enorme.
Scesi sbattendo la portiera aspettandomi di vederla girare la testa dalla mia parte, ma il sibilo del vento copriva ogni altro rumore e lei non si mosse. Stava immobile a fissare il mare…cosa pensava di fare?
 Mi avvicinai lentamente affondando le scarpe sulla sabbia e con le mani chiuse a pugno infilate nelle tasche continuavo a pensare a cosa dirle una volta raggiunta.
“ Scusami sono un’idiota?…o Vorrei farmi perdonare?”…non era con le parole che sarei riuscito nell’intento, ma con i gesti premurosi con i quali avevo intenzione di coccolarla nei giorni a venire.
Avevo parlato col mio agente al telefono e l’avevo convinto a lasciarmi ancora una settimana libero da impegni, ne avevo bisogno per me stesso e anche se con mille polemiche aveva acconsentito facendomi però giurare di rispondere al telefono se avesse chiamato. Ero disposto anche a questo…bastava che mi lasciassero un po’ in pace.
Ero ad una trentina di passi da lei quando la vidi crollare sulle ginocchia come se improvvisamente avesse perso le forze e col volto sepolto tra le mani vidi il suo corpo scosso dai singhiozzi….rimasi impietrito e mi fermai.
 Cosa le avevo fatto per ridurla così? Sentii il bisogno di correre da lei per consolarla e togliendo le mani dalle tasche feci per raggiungerla, ma alzatasi all’improvviso aveva lanciato un urlo straziante e poi piu’ nulla, nuovamente immobile….a fissare il mare.
Ero confuso … avvicinandomi mi accorsi che tremava.
Dovevo fare qualcosa e la volevo guardare negli occhi.
- Ti senti meglio?- Mi sentii un verme quando si girò verso di me sorpresa.
 Aveva il viso stravolto dal pianto e sporco di sabbia….e il senso di colpa mi travolse.
Udii appena la sua risposta e l’unica cosa che desiderai fu di riportarla a casa e di avere cura di lei….se me lo avesse permesso.
- Si congela qui fuori…ti prego…torniamo a casa -  Le dissi.
Non ebbi il coraggio di guardarla in viso e raccolsi la sua sacca per distrarla dal mio imbarazzo.
Desideravo prenderla tra le braccia ma mi trattenni….e tornando verso l‘auto…sperai di cuore che riuscisse a perdonarmi…

1 commento:

letizia ha detto...

io..penso di amarlo...