venerdì 25 marzo 2011

capitolo 27

Capitolo 27 - Robert



- Phill, torniamo da Tiffany per favore, ho bisogno di vedere una cosa. –
L’autista si era incamminato veloce al mio fianco non appena ero uscito dal negozio ed insieme raggiungemmo la vettura parcheggiata lì davanti.
Mi restavano ancora quaranta minuti circa prima che Francies si liberasse dai suoi impegni ed ero deciso a dare il mio contributo per il regalo a Lizzy…passando in tempo per dare un’occhiata alle cose scelte.
Durante il breve tragitto ripensai alle parole di Melanie…che si insinuavano insistenti in ogni mio pensiero.
 Come poteva aver capito cosa ci fosse tra Francies e me in modo così sicuro…ci aveva visti insieme soltanto per qualche minuto…era assurdo fosse così palese.
Essere riuscito a leggere dentro di me quello che provavo…o che credevo di provare… mi aveva davvero lasciato senza fiato, ma ascoltare quelle parole uscire dalle sue labbra mi aveva spiazzato del tutto…ero frastornato…eccitato…spaventato…
Sorridente scossi la testa…” Innamorato? “…si forse era così.
Abbandonai per un istante i miei pensieri e deciso a distrarmi pensai di chiamare mia madre.
 Stavo già formulando il numero sul cellulare quando mi resi conto che a Londra era piena notte…”che stupido” .
 Non era il caso di spaventare i  miei vecchi.
 Riposi il telefono in tasca…e dedicai la mia attenzione alla strada…che scorreva fuori dal finestrino estranea…quasi non l’avessi mai vista prima.
L’avevo percorsa mille volte…eppure ora mi sembrava diversa.
 Erano quasi le cinque del pomeriggio e il Sole era calato all’orizzonte lanciando i suoi ultimi raggi che, svettando sulle poche nuvole in cielo, aveva dato vita ad un tramonto dai tono caldi e rassicuranti…promettendo una serata dalla temperatura gradevole.
 Pensai a Lizzy e a quanto probabilmente fosse eccitata per l’evento speciale che l’attendeva…ancora mi stupiva che avesse fatto quella scelta.
Non era cosa di tutti i giorni donare la propria vita ad un altro e di certo mia sorella doveva essere fuori di sé dalla gioia.
Volevo un bene dell’anima alla mia famiglia e invidiavo ai miei genitori la serenità che aveva accompagnato i lunghi anni di matrimonio…senza esitazioni, dando a noi figli tutto l’amore di cui erano capaci senza nulla togliere al loro rapporto.
 Un bell’esempio da emulare, ma difficile crederlo possibile per noi stessi.
Eppure…
Lei diceva di amarmi…
ci conoscevamo solo da pochi giorni eppure era così…
ed io non potevo credere di provare lo stesso sentimento…
era una cosa pazzesca…impossibile.
Eppure…
” Basta con i se…i ma…e gli eppure”…
Dovevo smetterla di fagocitarmi di inutili dubbi e decidermi a vivere questo sentimento serenamente…lasciando che il destino facesse la sua parte.
La macchina rallentò fino a fermarsi proprio davanti all’entrata di Tiffany la cui insegna era ora illuminata da un fascio di luce ambrata.
 Scesi velocemente ed entrando nel negozio incontrai subito Rose, la commessa che ci aveva aiutati appena un’ora prima.
- Signor Pattinson buonasera, ha forse dimenticato qualcosa? – Sembrava sorpresa di rivedermi.
- Buonasera Rose, no…non si preoccupi, avevo a disposizione un po’ di tempo e volevo vedere se potevo dare un’occhiata alle cose che avevate scelto di mandare all’albergo. - Rose sembrò imbarazzata.
- Mi dispiace doverle dire che il fattorino è partito qualche minuto fa e che non posso nemmeno farle vedere quali fossero perchè erano tutti pezzi unici, sono desolata, davvero.-
 - Non si preoccupi…sono sicuro che andranno benissimo, ero soltanto curioso. - Sorrise sollevata.
- Posso aiutarla in qualcos’altro? Sa…stiamo preparando la vetrina con le nuove collezioni di gioielli di “ Effect’s Jewels” by Tiffany e siamo tutti eccitati all’idea di aver avuto qui la loro creatrice in carne ed ossa, considerando poi che nessuno l’aveva ancora mai incontrata prima d’ora. -
- Davvero? Che strano, mi era sembrato che fosse conosciuta e che aveste lavorato da tempo con lei. -
- Certamente, ma ha avuto sempre a cuore la propria privacy, non mostrandosi mai in pubblico e non saremo di certo noi a rivelare nulla. -
Ricollegai quelle informazioni ad alcune cose che di lei non mi erano state chiare e trovai le mie risposte.
- Potrei vedere qualche pezzo della collezione? Mi piacerebbe molto. -
- La prego, non ha che da chiedere, mi segua. –
 Percorremmo il breve tratto fino al tavolo dove tre vetrinisti stavano disponendo le parure da esporre, mentre una parte era già in bella mostra all’interno della vetrina aperta.

- Perdoni il disordine, ancora non è terminata, ma può vedere ugualmente lo stile inconfondibile di Francies Cullen. –

Osservai con stupore quanta cura avesse messo nei dettagli e quanto fosse elegante e fine lo stile che la caratterizzava.
Ogni pezzo era molto differente dall’altro, ma in ognuno di essi vi si leggeva la stessa mano.
 Che donna sorprendente…non avevo parole.
Fui attirato da un sottile girocollo dal quale pendeva un cuore di medie dimensioni di forma bombata e ricoperto fittamente di cristalli…semplicissimo, ma delizioso…come lei.
Mi rivolsi a Rose che stava scambiando due parole con gli addetti alla vetrina e lei prontamente mi raggiunse.
- Questa collana è sempre della collezione di Francies? –
  Lei sorrise e scostò la camicetta per farmi vedere che lo indossava lei stessa.
- Il Dream’s Hart ? Adoro questo “chiama angeli”, me ne sono subito innamorata. E’ un pezzo fuori collezione…arrivato per ultimo, qualche giorno fa. - La guardai senza capire bene.
- Cosa significa “ chiama angeli” ? - Mi sorprendeva quello strano nome.
 Raccolse tra le dita il cuore che le pendeva sul collo e lo scosse facendo vibrare al suo interno qualcosa che produsse un singolare tintinnio, dolce all’orecchio e molto piacevole.
- Uhh..fantastico!…non ne avevo mai sentiti prima. -
- Nemmeno io…per questo non ho resistito e l’ho preso per me. –
 Volli prenderlo tra le mani per provare io stesso.
- Posso? - Lei annuì permettendomi di farlo e non appena lo scossi riprodusse quel magico suono.
Lo riposi su di lei ed inavvertitamente sfiorai la sua pelle vedendola arrossire.
- Mi perdoni Rose…- Era imbarazzata.
- Si figuri…non è niente. - E indietreggiò sospirando.
- Vorrei tanto averne uno, potrebbe gentilmente prepararmi un pacchetto dono? –
Lei gesticolava ancora confusa, sistemandosi un’immaginaria ciocca di capelli fuori posto.
- Con piacere Signor Pattinson. - Sorrise.
- Chiamami Robert…ti prego…avremo più o meno la stessa età. - Cercavo di metterla a suo agio, ma più le parlavo più lei si agitava.
- Allora vado a confezionarlo…Robert. –
 E si allontanò visibilmente arrossita.
L’effetto che facevo sulle donne ancora mi sorprendeva…e non sapevo se sarei stato mai capace di abituarmi alle loro reazioni.
Guardai l’orologio, erano le cinque e trenta e probabilmente il mio angelo era sulla strada del ritorno.
Ero impaziente di rivederla e di poterla abbracciare.
Raccolsi il piccolo pacchetto deliziosamente infiocchettato che Rose mi porgeva e la ringraziai per la sua disponibilità.
Uscendo mi accorsi che ormai era buio…e mi affrettai per tornare in albergo…
Se fossi arrivato tardi alla festa...Lizzy non mi avrebbe mai perdonato.

2 commenti:

dany ha detto...

mamma mia che dolce robert!!!!!! bellissimo capitolo

Georgia ha detto...

Franciesssssssssssss go go goooooooooo....me lo sto rileggendo ma mentre leggo la mia mente è sempre li...tu sai bene dove, non voglio spoilerare... ;)
mi emoziona sempre!!!