lunedì 14 marzo 2011

capitolo 12

Capitolo 12 – Robert



Era l’alba e il mare al di la del vetro dondolava tranquillo sotto ai primi raggi di luce che filtravano tra le nuvole che andavano via via diradandosi…
Quella notte era stata per me un uragano di emozioni, dalle quali non riuscivo ancora a riprendermi e che stentavo a credere possibile, ma era accaduto…e ora dovevo farne i conti.
Da quando Francies era entrata nella mia vita, tutti i tasselli della mia esistenza stavano trovando la loro sede come in un grande puzzle che finalmente rivelava la sua immagine nascosta, ma l’ultimo pezzo… il più importante, quello che rappresentava il mio cuore....rimaneva nella mia mano…indeciso se fosse giusto o meno metterlo al proprio posto.
Vivere i miei momenti di solitudine era sempre stata una mia esigenza…da un parte perchè amavo trascorrere del tempo coi miei pensieri e dall’altra perchè fuggivo la banalità che mi circondava.
Ora però qualcosa era cambiato…perchè nei miei pensieri c’era lei al mio fianco, a rendere  serena la mia giornata…e il desiderio di rimanere solo…non era più così intenso.
Per questa ragione non comprendevo il motivo della mia indecisione e mi chiedevo se lei per me  fosse davvero tanto importante e la mia fosse paura di vivere a pieno questa storia..….ero confuso, ma ciò che provavo era forte…e faceva anche male.
Era passata non più di un’ora quando sentii il suo corpo risvegliarsi e mi volsi dalla sua parte in attesa di rivedere finalmente i suoi occhi nei miei…e come ogni volta il miracolo avvenne… e sorrisi.
   -Ciao…- La sua voce, resa roca dal breve sonno, era meravigliosa e mi fece tenerezza.
- Buongiorno splendore. - La sistemai meglio sopra di me e l’avvolsi dolcemente tra le braccia, felice di poterla tenere stretta. Si protese e mi diede un lieve bacio sulle labbra…dolce.
- Brr…che freddo…si sente che il fuoco si è spento…sto congelando. - Ebbe un brivido e la strinsi di più, avvolgendola nella coperta.
- Vieni qui che ti scaldo io….il fuoco del camino è andato…ma quello che ho dentro io no…quindi approfitta finchè dura. - Rise appena e si lasciò abbracciare.
- Stai bene? - Aveva il naso freddo vi appoggiai le mie labbra per scaldarlo.
- Secondo te? - Il suo sguardo era molto eloquente…le brillavano gli occhi ed era serena.
- Sai che ho fatto un sogno bellissimo? - mi raccontò - Mi trovavo in un posto stupendo…una specie di foresta pluviale e nel bel mezzo della foresta c’era una grandissima cascata fatta a scaloni molti ampi…. divisa a sua volta in tante piccole cascate che si susseguivano intervallate da acque più tranquille….non finiva mai ed io seguivo il corso d’acqua in mille modi differenti…a nuoto…in canoa…volando perfino, non ti dico che strana sensazione. Continuavo a cadere nel vuoto e avevo l’adrenalina a mille….sono esausta come se l’avessi fatto per davvero…ahaha…che strana sensazione. -
- Forse sei stanca per qualche altra ragione …non credi?- L’attirai più vicina e i nostri corpi si abbracciarono unendosi spontaneamente…come se fossero stati forgiati per combaciare.
 Godetti di quel contatto e sospirai…mi sentivo davvero bene accanto a lei.
- Si, forse hai ragione, ma non ricordo proprio bene cosa sia realmente successo. -Si fingeva perplessa.
- Potrei aiutarti a ricordare se lo desideri. - E mi avvicinai alle sue labbra mordicchiandole appena…e il sapore di lei riaccese ogni particella del mio essere.
- Dovrai essere molto preciso….voglio sapere tutto, particolare su particolare... - E si rilassò tra le mie braccia che cercarono in quel corpo di saziare il nuovo desiderio.
Ci stavamo lasciando andare, quando un rumore improvviso ci distrasse facendoci ammutolire. Era la porta della cucina che dava all’esterno che era stata aperta con la chiave e poi richiusa.
- Shhh…stai ferma e zitta. E’ Dolores. Credeva che io partissi oggi…ed è qui per sistemare la casa. – Sussurravo, mentre lei si era nascosta sotto la coperta stringendosi a me.
- E me lo dici così? Sai che bella sorpresa? Che figura. - Ci venne da ridere per la situazione comica inattesa e ci ritrovammo entrambi sotto al telo, come se ci rendesse invisibili…
Intanto Dolores aveva preso a sistemare la cucina canticchiando sottovoce una canzone messicana molto allegra, mentre noi eravamo indecisi sul da farsi e ridevamo stando attenti a non farci sentire.
- Che cosa facciamo adesso? – Sussurrò.
- Non lo so proprio. Potremmo fare finta di niente o continuare come se lei non ci fosse…tu che dici? - Mi avvicinai tentando di baciarle il collo, ma lei si ritrasse scandalizzata.
- Dico che sei pazzo…mio Dio che vergogna. - Eravamo entrambi presi dalle nostre confabulazioni, tanto da non renderci conto che la governante non stava più cantando.
- Shhh…ora fai silenzio. -
- Chi è là! - L’urlo di Dolores ci spaventò a morte, facendoci sussultare.
 Sollevai il telo perchè mi vedesse e lei per poco non svenne facendosi il segno della croce…
- Madre de Dios senor Roberto…me vuole muerta?....Me scusi tanto, ma non sapevo che fosse ancora in casa…Santa Maria che spavento. - Impugnava una padella nella mano ancora alzata ed era impallidita per la paura.
Ci guardammo tutti e tre in faccia e dopo un breve silenzio imbarazzato scoppiammo a ridere fino alle lacrime, mentre Francies, sempre più a disagio, si avvolgeva nel lenzuolo come in un bozzolo protettivo.
- Ora Dolores, se fosse tanto gentile da permetterci di salire al piano superiore saremmo felici di lasciarla terminare il suo lavoro tranquilla e…per cortesia metta giù quell’arma…sta spaventando il mio angelo. - Il tono ironico della mia voce le fece tornare il buon umore e si rilassò.
 - Certo Senor…me scusi ancora. -  Ridacchiando si allontanò, isolandosi in cucina.
- Pensi di potermi lasciare un lembo di coperta o devo salire le scale come mamma m’ha fatto? Dolores ne sarebbe entusiasta…io un po’ meno…e tu?-
Stava rannicchiata sul tappeto tutta ricoperta…e mi guardava col sorrisino che le arricciava le labbra. Faticava a trattenersi, ma resistette.
- Sarei tentata di vedere se ne saresti capace.- Mi sfidava ed io feci altrettanto.
- OK…l’hai voluto tu, poi però non lamentarti se la vedrai svenire per lo shock. - Mi alzai completamente nudo avviandomi alla scala, protetto per un  tratto dalla parete divisorio e dalle piante. Al primo gradino sentii i suoi passi che veloci mi raggiunsero e il suo abbraccio che mi avvolse tirandomi sotto il medesimo lenzuolo che ricopriva lei.
- Sei un esibizionista, non credevo l’avresti fatto…pazzo…quella donna merita di vivere no? - La presi in braccio di sorpresa e svolazzando di gradino in gradino la condussi in camera gettandola sul letto.
Il telo che la copriva si aprì rivelando il suo corpo nudo e morbido che sotto il mio sguardo si accese provocandomi.
Continuai a guardarla lasciando che l’evidente desiderio mi diventasse impossibile da nascondere…poi le sorrisi beffardo e mi allontanai verso il bagno.
 Feci esplodere lo scroscio dell’acqua e i vapori della doccia mi seguirono quando ricomparvi. Mi finsi il demonio. I miei occhi erano ardenti e i capelli spettinati e umidi aumentavano l’effetto.
 La sollevai di peso dal letto prendendola tra le braccia e fissando i suoi occhi nei miei  recitai la mia parte alla perfezione.
- Ora vieni angelo mio….ti riporto all’Inferno. -  Richiusi la porta alle mie spalle dandole una spinta col piede. Le sue risate soffocarono nei baci e lasciammo che le fiamme della passione ancora una volta ci divorassero...

2 commenti:

Baby Cullen ha detto...

che bella la foto.... che dire del racconto??? lo adoro... madre de dios senor Roberto penso che la ricorderò in eterno!!!

Martyy ha detto...

madre de dios....ahahah che ridere!! belloooo!! quasi qausi all'inferno ci vado anche io ahahahahah