sabato 11 giugno 2011

Capito 46



Capitolo 46 – Robert






Londra era avvolta dal gelo e da una fitta coltre di nuvole bianche che, come un soffice piumone, sembravano cercare invano di riscaldarla.

Natale era alle porte e l’atmosfera che si respirava per le vie del centro era carica di magia. I bambini intonavano in coro canti sacri agli angoli delle strade, ingioiellate di mille luci colorate che scintillavano alle prime ombre della sera.

I vetri oscurati dell’auto che ci stava portando all’ospedale, mitigavano in parte lo splendore della città, mentre l’imminente arrivo all’ospedale rendeva Lizzy e me molto nervosi.

Avevo cercato invano di contattare l’autista della berlina che mi aveva accompagnato all’aeroporto, ma era stato tutto inutile…sembrava che nessuno sapesse darmi delle risposte e il deposito, dove veniva custodita l’auto, sarebbe rimasto chiuso per almeno altre cinque …lunghissime …ore.

Ero fuori di me, non tanto per il fatto di non trovare il telefono, quanto perché non avevo potuto sentire la sua voce…unico reale conforto alla già sofferta lontananza.

Francies mi aveva detto prima di partire che sarebbe andata alla villa di Malibù, ma quando avevo tentato di chiamare Dolores, perché le facesse avere un messaggio da parte mia, avevo trovato sempre la segreteria telefonica e nonostante vi avessi lasciato precise istruzioni, non avevo ancora ricevuto risposta.

Tutto sembrava tramare contro di me…e la cosa mi faceva impazzire.

Di lì a breve avrei incontrato mia madre e quindi non avrei potuto assentarmi facilmente per cercare il mio angelo…aveva bisogno di me, me ne rendevo conto, ma stavo soffrendo come un cane e quell’impotenza mi faceva uscire di testa.

Lizzy accanto a me era stranamente silenziosa.

Da quando avevamo lasciato l’aereo non aveva detto una parola e con le lenti scure davanti agli occhi evitava perfino di guardarmi.

Pensai che fosse solo molto preoccupata per papà ed evitai di indagare, così da alleviarle i fastidi.

L’auto ci portò direttamente nel cortile interno dell’ospedale e sempre in silenzio raggiungemmo il reparto di rianimazione accompagnati da una assistente personale del medico che lo aveva in cura.

Le avevo chiesto subito notizie su mio padre, ma mi aveva risposto in modo professionale che era dovere del medico mettermi al corrente sul suo stato di salute.

Non appena le porte dell’ascensore si aprirono dimenticai ogni altra cosa e il fulcro della mia attenzione divenne mio padre.

-                     Lizzy, Rob… eccovi finalmente, non avete idea di quello che è successo poco fa. –

   Vicky ci aveva quasi assaliti abbracciandoci e dalla sua voce potevo dedurre quanto le cose fossero nettamente migliorate.

-                     Buone notizie? – cercai di contenere l’entusiasmo, guardandomi intorno per trovare mia madre.

-                     Il medico mi stava dicendo che….eccolo, sarà lui a dirvelo. Dottor Martin! – Fece un cenno al medico che prontamente ci raggiunse con aria molto allegra, la cui cosa mi rese perplesso.

-                     Buongiorno ragazzi, felice di conoscervi.- Sembrava comportarsi in modo strano e tutta quella confidenza mi sorprese un po’. Si era affiancato a Vicky come se fosse una sua conoscente di vecchia data e quasi canzonandola si rivolse a noi.

-                     Vostra sorella dovrebbe bere meno caffè…ha scambiato un semplice trauma cranico per un infarto in piena regola e per quanto abbia cercato di dissuaderla non ha voluto credermi finché vostro padre non si è svegliato e glielo ha detto lui stesso. –

    Al momento sperai che stesse scherzando…anche se per assurdo la notizia di per sé fosse fantastica, ma il pensiero di aver abbandonato il mio angelo e gli Stati Uniti con la paura che stesse in realtà morendo mi fece perdere completamente la ragione.

-                     Vicky sta scherzando vero?

-                     No Robert e’ veramente accaduto così, ma mi sembrava impossibile che fosse senza conoscenza e soltanto per quello che ho creduto il peggio. Meglio così no? Non sei contento?-

-                     Ti sei chiesta quanto abbiamo dovuto fare Lizzy ed io per essere qui così in fretta? Di quello che abbiamo dovuto lasciare lì a causa tua?...Per un tuo stupido piccolo dubbio? Ma ci pensi mai a quello che dici prima di dare aria alla bocca? –

Vicky e anche gli altri erano rimasti a bocca aperta davanti al fatto che avessi alzato la voce…cosa che non ero solito fare nemmeno quando ero visibilmente arrabbiato.

-Ehi che ti prende? –

-Che mi prende? Avrei preferito che fossi sicura di una cosa così importante e che ti preoccupassi del fatto che Los Angeles non è proprio qui dietro l’angolo e che tra due giorni devo essere nuovamente lì per lavoro e che non posso mancare o mi lapideranno in gruppo al mio ritorno. E’ evidente quanto il concetto di distanza ti sia sconosciuto…ma che parlo a fare…vivi in un mondo tutto tuo. Dov’è la mamma?-

Stizzita mi fece cenno verso la stanza lì accanto, mentre il medico le cingeva le spalle per darle conforto.

Era rivoltante la scenetta patetica.

Misi un piede avanti all’altro veloce per oltrepassare quella soglia e vedere con i  miei occhi quello che vi stava realmente accadendo e mi trovai davanti ad un quadretto che mi impedì di proseguire…per non violare quell’attimo di intimità .

Mamma era seduta sul letto e teneva in grembo la testa fasciata di papà con una tale tenerezza, accarezzandolo ad ogni parola sussurrata al suo orecchio…e udibile soltanto da lui….che rimasi in disparte quasi potessi contaminare quell’atmosfera complice e lentamente tornai sui miei passi….dove gli occhi duri delle mie sorelle mi trafissero senza pietà.

-Beh! Hai perso la parola? Hai visto un fantasma?-

Feci per ribattere, ma improvvisamente mi sentii uno stupido e l’aria mi uscì di bocca in un sospiro.

-           Scusatemi…sono solo stanco e nervoso…per cose mie. Mi dispiace, lo sapete che non è da me.. è che…-

-           …Che il tuo angelo è volato via…e se non riesci ad acciuffarlo siamo tutti nella merda più profonda. –

-           Non parlare così Lizzy…papà potrebbe sentirti. –

-           E allora?-

-           Finitela tutti e due -
Vicky ci riprese.
- pensavo foste sufficientemente intelligenti da capire che in ogni caso entrambi i nostri genitori avevano bisogno di noi e che non fosse necessario fossero sul punto di morte per meritare la nostra presenza al completo. Robert mi hai delusa…davvero. Pensavo che il tuo lavoro e la tua vita così intensa ti avessero aiutato a crescere…invece sei sempre il solito ragazzino…e presuntuoso per altro. –

Cominciai a sentirmi uno stupido .

-                     Tu non capisci…io…- Mi interruppe.

-                     Io cosa?..Io….Io ….IO…non sai dire altro. Mi avete rotto…tutti e due.-
Si rivolse al dottore al suo fianco chiamandolo per nome.
- Andiamo James.-

Lui la seguì devoto e senza più voltarsi lasciò soli me e Lizzy a guardarci come due allocchi.

-Non so che mi succede. Non capisco.-
Mi sedetti sulla panca di legno lungo la parete e lei mi raggiunse appoggiandomi la mano sulla nuca, come una carezza.

-Te lo dico io che ti succede…-

La guardai sollevando le sopracciglia sorpreso.

- Ah si?...bene, perché io non ci capisco più niente…sono in confusione mentale e lo stomaco non mi da pace…da quanto non mangiamo?-

Rise delle mie parole e mi fissò negli occhi che rilucevano della stessa sua luce.

-                     Non è fame scemo. Sei innamorato… e lei ti manca tanto.-

   Credetti quasi di sentire nella sua voce una nota di tristezza…e la guardai meglio in quegli occhi verdi tali e quali ai miei.

-                     Che c’è? Sei silenziosa e strana da quando siamo arrivati a Londra…nostalgia?-

Lizzy si prese una lunga pausa e dopo un sofferto sospiro si lasciò cadere accanto a me.

-                     No! Purtroppo. E’ proprio il contrario. Da quando sono partita da Los Angeles mi sono resa conto che non penso a lui…almeno non quanto te…che non mi manca…non quanto manca il tuo angelo a te…e che non lo sento…perchè non mi va di sentirlo. Non so se sto facendo la cosa giusta e forse questa pausa servirà a chiarirmi le idee. -

-                     Credo sia meglio per te considerare molte cose prima di prendere una decisione del genere, ma l’amore non è deduzione e non ha soluzioni di sorta….o c’è e ti governa la vita….o sei  solo…e ne senti la mancanza.

Francies è la mia aria adesso e non posso respirare senza averla accanto…non l’ho deciso…è successo e basta. –

-                     Ho letto quella lettera che stringevi tra le mani mentre dormivi sull’aereo, ti stava cadendo…e raccogliendola non ho saputo resistere…ed ora mi pongo mille domande…alle quali non riesco a dare risposta.

-                     - Risposte non ce ne sono Lizzy…nessuno le ha. Vivi e vedi che succede, non avere fretta…è l’amore che sceglie noi e non possiamo che aspettare e sperare che accada. –

Eravamo entrambi persi con lo sguardo a terra quando mia madre uscì nel corridoio per chiamarci e rimase sorpresa delle espressioni dipinte sulle nostre facce.

-Beh…Non venite ad abbracciare vostro padre? – Era raggiante e in quelle piccole rughe che il tempo aveva dipinto sul suo viso vidi una donna stupenda…illuminata dall’amore vivo che legava i miei genitori l’uno all’altra indissolubilmente. Volevo quella stessa luce negli occhi …quando gli anni mi avrebbero visto ancora accanto al mio angelo …non volevo altro che questo e alzandomi la raggiunsi chiudendola in un abbraccio.

La presi per mano e allungai l’altra perché Lizzy ci raggiungesse.

Ero a casa…e se l’amore aveva realmente scelto me per vivere col mio angelo…non c’era fretta …sarei stato suo comunque.

6 commenti:

Andrè ha detto...

se volevi commuovermi, beh! ci sei riuscita

Baby Cullen ha detto...

semplicemente meraviglioso.... e meno male che non volevi più scrivere... non dire più scemenze del genere... beh sono d'accordo con Georgie hai commosso anche me!!!!

Anonimo ha detto...

Sublime, sublime...sono felice che sei tornata, la mia guru!!
Trilly

Miss Dark Pattinson ha detto...

Meraviglioso...non ho parole...mi sono veramente emozionata...grazie Francy...

Chastity ha detto...

Aaaah!Sospirone!

Chastity ha detto...

"Ero a casa…e se l’amore aveva realmente scelto me per vivere col mio angelo…non c’era fretta …sarei stato suo comunque."

Meraviglioso...*_______*