Capitolo 51 – Francies
Ogni dettaglio della serata era stato studiato con particolare cura sia dallo staff di Tiffany che dal personale assunto direttamente da Louis per l’evento. Luci, musica ed ogni particolare dell’arredamento e del catering avevano ricevuto il benestare dell’uomo straordinario che stava al mio fianco, seduto perfettamente a suo agio sul sedile in pelle della sua lussuosa limousine bianca. Lo osservai compiaciuta, mentre ultimava al telefono i ritocchi del suo capolavoro…una serata che aveva sognato tanto quanto me…a coronare anni di sacrifici e di formidabile gioco di marketing.
Come un divo del cinema indossava un abito da sera cucito appositamente per l’occasione ed era impeccabile in quel colore” noir e canna di fucile” come usava chiamarlo lui.
Le sue espressioni colorite facevano sempre da gradevoli colonne sonore alle mie giornate, alle quali non mancava mai di dare il tocco fashion con eccentriche proposte su modelli che aveva in mente…o frasi ad effetto da proporre ai pubblicitari per accompagnare le nuove collezioni e sempre…senza mai dimenticarsene…mi dava il buongiorno al mattino con il suo allegro “Ciao tesoro”…non so cosa avrei fatto senza di lui nei lunghi anni di forzato esilio da tutti… era i miei occhi…la mia bocca…il mio perfetto alter ego…tutto ciò che avrei voluto essere io agli occhi di quel mondo che lì fuori tanto mi spaventava.
Si era accorto del mio sguardo indagatore e mi osservava con un’espressione interrogativa.
- Qualcosa non va ? mi sembri turbata. – Aveva chiuso la telefonata e si era avvicinato prendendomi la mano…e Dio sa quanto ne avessi bisogno.
- Niente! Ti guardavo soltanto…sei uno spettacolo lo sai vero?...in tutti i sensi.-
- Il tuo circo vivente…lo so. Voglio che tu sia felice stasera, che ti diverta…e che sorrida. –
- Un po’ esigente non credi? Sono spaventata a morte da tutta quella gente che nemmeno conosco. Ti prego stasera non lasciarmi mai, ho accettato di esserci, ma non credo di potercela fare senza averti a fianco. –
Mi sorrise passandomi il braccio dietro le spalle e baciandomi la fronte.
- Non ne avrai bisogno vedrai, ma fintanto che non ti sentirai pronta potrai affidarti a me. Lo sai che ti voglio bene vero? Quindi rilassati…andrà tutto bene. Poi questa sera sei favolosa…e non vedo l’ora di mostrarti a tutti…il mio gioiello sei tu, tesoro. –
Sapeva sempre come strapparmi un sorriso ed io per questo lo adoravo.
- Mi sembra che ti manchi qualcosa però… - E mi misi ad osservarlo per bene, con aria di disapprovazione.
- Non credo proprio…sai che sto attento ad ogni particolare e non…-
Le parole rimasero incastrate nei suoi pensieri, quando vide sul palmo della mia mano una piccola scatolina rossa, infiocchettata a dovere…protesa versa di lui.
- Ma cosa…?-
- Per una volta…stai zitto e lascia parlare me. –
Imbarazzato, come mai lo avevo visto in molti anni, fece la croce con le dita davanti alle labbra e sorrise in silenzio.
- Ho molto di cui ringraziarti e non sarà facile ripagarti per tutto quello che hai fatto e che non ti stanchi mai di fare per me…e siccome a parole sai che sono un orso, ho pensato di farti dono di un qualcosa che ti potesse ricordare per sempre…il mio enorme grazie. –
Allungai la mano e lui afferrò quel piccolo astuccio di fine velluto senza stancarsi di sorridere.
Lo aprì rivelandone il contenuto e rimase senza parole….
- Ti piace? –
- Non capisco cosa sia! –
- Mio Dio Louis…sei nel ramo da anni e non riconosci una spilla da uomo? Tu sei un uomo speciale e un qualsiasi gioiello su di te sparirebbe o sembrerebbe banale….quindi…ne ho fatto uno che ti rappresenti e che sia unico nel suo genere…e per rendermi felice…stasera lo indosserai.-
- Ah ah…tu sei formidabile…e così mi vedi come un lucertolone? Un po’ primitivo non ti sembra?...Mio Dio è straordinaria. – L’aveva raccolta tra le dita e la stava osservando nei particolari.
- E’ una sorta di iguana stilizzato. Proprio perché è un animale che resiste al tempo e all’evolversi della Terra l’ho scelto per te. Per me rappresenti quel punto fermo che niente e nessuno potrà mai cambiare…immutabile…indistruttibile, innocuo…e bellissimo. Lo sai che sei davvero bello vero? –
- Certamente…me lo dico tutti i giorni allo specchio e a furia di ripeterlo ci credo pure.-
Cercava di aprire la sicura dell’ago senza riuscirvi.
- Rubini agli occhi e la posizione….sublime. Mi aiuti per favore? –
Appuntai il gioiello al bavero della giacca pensando che soltanto un uomo come lui avrebbe potuto indossare con disinvoltura un pezzo del genere. Stava d’incanto…ed era perfetto.
Gli sorrisi e lui mi baciò leggero sulle labbra.
- Grazie – Mi sussurrò grato. Nessuna malizia…solo un affetto sincero.
- Mi dici perchè ti sei messa soltanto quel semplice cuore al collo? Hai la possibilità di indossare modelli esclusivi forgiati da te personalmente….e indossi solo questo?.. Non ti capisco proprio..-
- Significa molto per me …è speciale. – Mi oscurai in volto come se sentissi i passi di Robert che passeggiava nelle stanze dei miei pensieri…senza lasciarle mai.
- Non voglio indagare…credo di aver capito. Penso comunque che tu non abbia bisogno di mettere nulla per essere bella…sei come una gemma preziosa e non mi stancherò mai di dirti che se non ti decidi a brillare da sola…dovrò continuare a lucidarti io come ho fatto per questa occasione.-
- Devo ringraziarti per….-
- AH!...ti prego basta…non hai fatto altro in questi due giorni, ora è tempo di splendere, quindi fammi felice… falli secchi. –
Scoppiai a ridere, mentre via via cresceva quella sottile ansia da prestazione che l’esibire me stessa mi procurava.
L’auto si fermò davanti a qualcosa che superava di gran lunga le mie aspettative.
La facciata del palazzo era stata interamente coperta da un’immagine enorme del marchio della Effects Jawels che avevo forgiato personalmente scarabocchiandolo su di un ritaglio di giornale quando ancora tutto doveva avere inizio e che messo nelle mani di un grafico aveva dato vita alla mia attuale azienda. Riflettori di ogni tipo erano puntati sul tappeto rosso, steso sull’intera zona antistante l’edificio come una carta regalo appena aperta…ad accogliere un gran numero di fotografi e giornalisti che stavano intervistando alcuni personaggi presenti all’evento. Sapevo che in quel momento la maggior parte degli invitati si trovava all’interno dei locali e che il mio arrivo era stato studiato per avere il massimo effetto. Cominciai a deglutire osservando gli sguardi di ognuno di loro che si volgevano dalla mia parte man mano che la notizia del nostro arrivo dilagava.
Tra tutto quel muro di flash che si scatenarono non appena la portiera della Limousine fu aperta…mi parve di intravedere gli occhi di Robert che mi fissavano. Era stato il bagliore di un attimo, ma l’immagine era sembrata così reale che ne rimasi folgorata e per qualche istante non seppi più chi ero. Il sangue era defluito alle estremità e quel senso di soffocamento dato dalla mancanza d’aria mi fece quasi esplodere. Vidi la mano di Louis tesa verso di me e mi aggrappai ad essa per scendere da quella giostra per ricchi ai quali non mi sentivo di appartenere. Fluttuai tra le varie personalità sorridendo appena, senza dire una parola, scartando con gli occhi tutto ciò che non era Robert. Le voci si mescolavano alla musica, attutite dal mare in tempesta…nel quale annegavano le mie emozioni. Un coctail di mediocrità che avrei dovuto sostenere con sorrisi di incoraggiamento, mentre le mie labbra tese si rifiutavano di collaborare.
Cercavo quel sorriso che nutriva il mio…incapace di dare vita ad una qualsiasi sillaba coerente.
Louis che mi faceva da cavaliere si avvicinò sorridendo per parlarmi.
-Ti prego Tesoro non lasciarmi…ho bisogno di te …ora! –
Lo guardai negli occhi implorandolo di aiutarmi ad uscire da quel momento di smarrimento e baciandomi sulla guancia mi strinse forte al suo fianco.
Nessun dubbio che noi due fossimo soltanto soci, ma ugualmente le immagini di quell’istante furono impresse sulle fotocamere di coloro i quali erano pronti a darle in pasto alla stampa che non aspettava altro che questo.
Mi imposi di non deluderlo e stringendomi a lui iniziai a riemergere dal torpore nel quale ero precipitata e iniziai a rispondere alle prime domande che i giornalisti mi posero.
“ Miss Cullen come si sente vedendo tutto questo?”
Non potevo confessare loro in quale frustrante confusione stessi vivendo quel momento e nemmeno che, risvegliato da quel fotogramma inatteso, il mio corpo stesse urlando il bisogno che sentiva di toccarlo e di farsi toccare…
Erano giorni che mi impegnavo a dimenticarlo…ma non era servito a niente. Tutto intorno a me sembrava ricordarmelo e mi consumavo affogando nel caffè e nelle mie paure …temendo e sperando allo stesso tempo…di non rivederlo mai più…
- Sono molto felice ed emozionata…tanto da non trovare le parole per descriverlo…-
Mi nascondevo dietro a questa bugia…pur sapendo di mentire soprattutto a me stessa. Louis non pretendeva nulla più di quel che riuscivo a dargli e non mi lasciò un istante per tutto il tempo in cui i giornalisti si affollarono intorno a noi. Tenendomi stretta e parlando al posto mio fece in modo che nessuno si accorgesse del mio disagio.
Non appena ci fu un momento di pausa mi tirò in disparte.
- Come ti senti gioia? Sei splendida, ma non ti ho messa in ghingheri per farmi il muso. Divertiti, rilassati…è il tuo momento e lo stai buttando al vento per sciocchezze che dovresti aver superato da tempo. Ma cosa devo fare con te? Questa… - e fece un largo cenno col braccio mostrandomi lo spettacolo che avevo davanti- …questa è la tua vita, la tua occasione di fare qualcosa che ti rappresenti. Ti prego di non gettarla al vento…fallo per me…fallo per te! –
Abbassai gli occhi colpevole e in quel momento sentii riemergere dalle pieghe della memoria le parole che mio padre mi ripeteva sempre da bambina...
“Francies…alza la testa e sorridi…il mondo è tuo…sei una Cullen, per Dio!”
… e inevitabilmente mi ritrovai a sorridere.
- Che c’è adesso ?Ho detto qualcosa di divertente? –
- Sei il mio circo vivente ricordi? Se solo fossi etero ti avrei già sposato.-
- Allora mi è andata bene, non avrei retto a tanti sbalzi d’umore…chi ti capisce è bravo. Ora andiamo a salutare gli ospiti della serata. Qualcuno l’ho invitato io, ma tutti gli altri sono una sorpresa di Tiffany…quindi vediamo di sorprenderci dai... –
Mi porse il braccio con un mezzo inchino ed io grata lo avvolsi con orgoglio.
L’ambiente principale era gremito di gente elegantissima e tra loro vi erano personalità più o meno note del mondo dello spettacolo.
Era stato arredato in modo che prevalesse il colore bianco e i marmi in terra specchiavano le molte luci predisposte per illuminare i gioielli, sapientemente esposti in vetrine circolari dalle forme più strane. L’effetto dava quasi l’impressione che fossero enormi bolle di sapone che galleggiavano nell’aria sospese nel nulla…qualcosa di magico. Ero incantata ad osservare quel pavimento fatato quando tra quelle brillanti fantasie riconobbi quel mare limpido e profondo che solo dentro ai suoi occhi avrei potuto ritrovare…e il mio cuore si fermò…anch’esso senza parole.
Vidi quel riflesso avvicinarsi alle mie spalle e la sua voce cristallina abbracciò la mia anima sola…trascinandola via con sé…al primo sospiro.
- Ciao angelo mio. – un sussurro per me soltanto.
Rimasi immobile….avvertendo il calore del suo corpo dietro al mio e come una stilettata in pieno petto fui colta dal dolore che l’essenza del suo profumo mi provocò avvolgendomi…era perfetto…era il suo.
Chiusi gli occhi per difendermi dall’ondata di emozioni che provai e abbassai la testa lasciando che i capelli scivolassero intorno al viso..proteggendomi da occhi indiscreti.
Louis era sparito…e sola al centro di quell’universo estraneo mi sentivo persa.
Il movimento liberò l’incanto del tintinnio del cuore gioiello…e leggera come una carezza quella musica accompagnò il suo gesto.
Lente le sue dita scivolarono sulla mia mano e sollevandola delicatamente mi invitò a voltarmi dalla sua parte. Come un aquilone che segue il vento il mio corpo obbedì all’invito…e alzando gli occhi sul suo viso… credetti di morire.
Andava oltre tutto ciò io ricordassi.
Le sue labbra sfiorarono la pelle della mia mano prigioniera nella sua…e seguendo quel gesto ebbi l’impressione di svanire e annegare in quel calore familiare e appagante che mi accarezzava lieve.
Nulla era stato tanto difficile quanto lo stargli lontana per quel breve tempo, ma rivederlo all’improvviso….come un pensiero che prende forma dalla nube della mente era qualcosa che andava oltre …
- Ciao Robert…- riuscii a malapena a sentire me stessa …e poi più nulla.
Come infiniti granelli di sabbia che scivolano inevitabilmente sul vetro di una clessidra…così le mie difese mi abbandonavano senza che riuscissi a trattenerle…e leggevo in lui la mia stessa pena.
Cercai di scuotermi da quella situazione cercando Louis tra la folla…senza in realtà vedere nulla intorno a me, come se all’improvviso fossimo soli…sopra una zattera alla deriva in mezzo al mare.
- Lui chi è? – Non riuscivo a decifrare il tono col quale mi rivolse la domanda, ma non appena sentii quella frase mi tornarono vive davanti agli occhi le foto del suo incontro galante.
- Che cosa ti importa? – Accesa dalla rabbia del ricordo risposi in malo modo e istintivamente mi allontanai di un passo…per difesa.
- Sembrate molto intimi, c’è qualcosa che non so? – Fermo…rigido, aspettava che parlassi.
- Può darsi. Dopo tutto cosa so io di te? – Aggiravo le risposte sentendo la nausea salirmi in gola per quella situazione illogica che non avevo per nulla previsto e che mi stava innervosendo.
- Non c’è nulla che tu non sappia di me…- tratteneva i gesti…a causa della folla che ci stava osservando curiosa e intravidi un sorriso accennato su quelle labbra perfette.
- Lo credi davvero? Non ne sono così sicura! – La mia voce si ruppe, ma mi ripresi in fretta e alzai la testa gettando indietro i capelli.
Lo fissai sfidandolo a rispondere e decisa ad andare fino in fondo…dovevo sapere.
- Non capisco a cosa ti stia riferendo. Sai di me più di qualsiasi altro Francies e…-
- E cosa? Per quel che so io avresti dovuto chiamarmi qualche giorno fa…e invece mi hai lasciata nel silenzio più nero ad immaginare le cose più assurde. Sono impazzita ad aspettare che quel telefono squillasse…ma evidentemente….avevi altro da fare a Londra, oltre che vedere tuo padre. –
Lo vidi sollevare le sue grosse sopracciglia sorpreso dalla mia reazione, per poi abbassarle e scuotere la testa incredulo.
- Posso spiegarti tutto…se hai voglia di ascoltarmi, ma forse …non ti interessa. –
- Esatto non mi interessa, ho già visto abbastanza sulle copertine dei giornali, quindi ti risparmio la fatica. – Feci per allontanarmi in cerca di ossigeno che all’improvviso sembrava aver abbandonato la grande sala.
Fatti tre passi lui mi seguì sfiorando la mia schiena nuda con la punta delle dita…ebbi un fremito…lui se ne accorse.
- Ti prego aspetta. – Parlava sottovoce per non attirare l’attenzione , ma era inevitabile che gli occhi fossero tutti puntati su di noi. La musica copriva in parte le nostre parole e il gran movimento celava la scena alla maggior parte dei presenti.
- Non è stato facile vederti tra le braccia di quella donna…ma ce la posso fare se mi lasci in pace. –
- Non so di che parli, ma non lo è nemmeno per me vederti stretta a quell’uomo che ti si è stampato addosso tutta la sera…ti prego…dimmi che non è come sembra…non lo potrei sopportare. –
Mi voltai di scatto per fronteggiarlo e dirgli la mia….
- Non ti devo dare nessuna spiegazione, non fintanto che tu non la darai a me. –
- Ok! Cosa vuoi sapere? –
- Perché non hai più telefonato?-
- Ho dimenticato il cellulare sul sedile del taxi per l’aeroporto e non avevo altro modo per chiamarti. –
- E ti aspetti che ti creda? Tu…Robert Pattinson non avevi modo di trovare il mio numero?-
- No, sei blindata peggio del Presidente e nessuno ha voluto dirmi come rintracciarti. –
I toni si erano accesi ed era evidente fosse in atto una discussione. Non me ne accorsi fintanto che Louis non giunse alle mie spalle per mettere fine alla scenetta inbarazzante.
- Che succede? Hai bisogno di aiuto? Buonasera Signor Pattinson, felice di conoscerla. –
Tese la mano verso Robert che esitante tratteneva la sua, poi sembrò arrendersi e la sollevò ricambiando il saluto.
L’eleganza e la sobrietà delle sue origini inglesi avevano avuto la meglio e il sorriso di Louis era irresistibile per qualsiasi essere vivente.
- Piacere mio Signor…? –
Louis si girò teatralmente dalla mia parte fingendosi offeso.
- Mio Dio Francies non gli hai parlato di me? E’ terribile questa cosa!-
Si rivolse nuovamente a lui iniziando la sua performance…ma questa volta nessuno di noi si stava divertendo.
- Sono Louis Martines e senza di me questa donna sarebbe perduta. –
Sapeva esattamente chi aveva davanti e rimasi a guardarlo mentre cercava di mettere a disagio Robert…anche se ancora non capivo dove volesse arrivare. Gli avevo raccontato ogni cosa di noi e la sua entrata ad effetto ancora non mi era chiara…non volevo si intromettesse, ma non mi permisi di interromperlo….lui sapeva sempre ciò che faceva…
- Vado a prendermi da bere… - Mi allontanai in cerca di spazio…le pareti sembravano restringersi. La voce di Louis continuò…impedendo a Robert di seguirmi.
Tutte quelle luci che brillavano intorno mi abbagliarono trafiggendomi la vista e quella musica…mi sembrò troppo forte e tutta quella gente….sembrava girare intorno a me ridendo e soffocandomi…mi allontanai cercando di isolarmi…per poter respirare di nuovo, varcando l’uscita fino alla zona delle auto in attesa.
La limousine spiccava come una dea tra le vestali... la raggiunsi senza mai voltarmi e… esitando per un istante, tirai la maniglia infilandomi dentro…