Capitolo 45 – Francies
La villa di Malibù era deserta e non vi erano fuochi scoppiettanti o musica ad accogliermi, ma solo in lontananza il costante e perpetuo canto del mare, che come il battito di un cuore, scandiva il divenire dell’intero pianeta al quale aveva donato la vita.
Dolores aveva lasciato in cucina un pasto caldo e nonostante fosse ora di cena, sentivo di non avere alcun appetito.
Erano passate delle ore da quando Robert ed io avevamo lasciato l’albergo a Beverly Hills ed anche se mi ero tenuta occupata passando a salutare le gentili commesse di Tiffany e a riconsegnare personalmente i misteriosi doni che avevano scelto per Lizzy …il tempo sembrava non trascorrere mai…
Tenevo il telefono sempre accanto a me, come se sentire la sua voce fosse un’esigenza vitale e non volessi rischiare di perdermi un solo istante di quel paradiso …
Ma era invece rimasto muto per tutto il tempo …
e anche se non conoscevo con esattezza l’orario del suo volo …ero sicura ormai che fosse lontano.
Se prima l’attesa era stata quasi gioiosa…ora invece vivevo quel silenzio come un incubo…dal quale non vedevo l’ora di uscire…
Perché?
Continuavo a ripetermi la stessa domanda e pur supponendo mille ragioni…nessuna mi sembrava realmente valida.
Feci scorrere la grande porta a vetro che conduceva alla spiaggia e fui colta da un folata di vento che mi ridiede l’ossigeno per respirare.
Raccolsi la coperta ben piegata accanto al divano e l’avvolsi intorno alle spalle quasi fosse il suo tenero abbraccio…ma non aveva il suo profumo…il suo calore…niente.
Mi incamminai lenta affondando le scarpe sulla sabbia, mentre il verso dei gabbiani che si rincorrevano in volo, leniva in parte quella morsa di dolore che, come un serpente sulla preda, stritolava sempre più le mie speranze.
Non comprendevo….non riuscivo a farlo.
Quasi fossero carte da gioco pescate da un mazzo immaginario, mettevo le mie paure…i dubbi…ed il sentimento stesso che provavo, uno sopra l’altra e lento ed inesorabile ecco costruirsi nella mia mente un castello, le cui mura avevano circondato la mia anima…facendola ripiombare nella solitudine .
Mi costrinsi a distruggere quelle pareti illusorie e a ritrovare la lucidità, perché l’origine di tali paure era solamente dentro di me.
Sentirmi inadeguata era stata la condanna che fin dall’infanzia mi aveva isolata da tutto il mondo che mi circondava e solo in età adulta avevo compreso che era stata proprio la mia paura a rendermi invisibile agli occhi di tutti…ed ora non potevo ricadere nello stesso errore.
Robert mi amava..non poteva aver mentito su questo…non lo ritenevo capace ..ed io ero follemente innamorata di lui…
Per questo silenzio ci sarebbe stata una spiegazione…dovevo soltanto aspettare e presto avrei scoperto quale fosse.
Punto.
Era da tanto tempo che non me ne stavo sola a godermi il mare…adoravo quel senso di infinito che l’orizzonte mi ispirava e la pace che sapeva infondermi non aveva confini….
Il respiro lentamente riprese il suo giusto ritmo.
Seduta sulla sabbia e distratta dai miei pensieri non mi ero accorta che lungo la riva un bambino e il suo cane stavano venendo verso di me rincorrendosi e solo quando quel batuffolo peloso mi piombò addosso leccandomi, mi resi conto di non essere sola.
-Ehi palla pelosa...da dove spunti? Vuoi le coccole?...-
Sorrisi lasciando che quel piccolo animale mi leccasse il viso facendomi il solletico.
- Lucky sa essere molto invadente…perdonalo…Su lasciala stare!-
Il bambino stava cercando di allontanarlo da me prendendolo in braccio, ma il cane non voleva saperne e continuava a guaire tra le mie braccia.
- Gli piaci molto…è evidente, di solito non è così appiccicoso.-
Mani sui fianchi e sguardo deciso, quel bambino mi guardava, dall’alto del suo metro e poco più, con un sorriso che avrebbe conquistato il mondo intero. Vestiva con abiti di fortuna, di qualche taglia più grande..un maglione rosso piuttosto malridotto e nonostante il vento freddo portava un vecchio jeans sdrucito tagliato sotto al ginocchio e ai piedi non aveva nulla.
Dal colorito della pelle doveva essere portoricano o qualcosa del genere e negli occhi aveva quella profondità che soltanto la gente di colore possedeva.
- Sei qui da solo?-
- No, con il mio cane. Lucky non mi lascia mai solo. –
- E abiti qui vicino? –
- Dall’altra parte della baia..nel villaggio dei pescatori. Chiamarlo villaggio suona strano da queste parti, ma in realtà è l’unico vero villaggio che c’è. In estate me ne resto lontano dalla spiaggia, ma nella stagione fredda sono io il padrone. –
Si pavoneggiava annuendo ad ogni parola, mentre con i piedi disegnava cerchi sulla sabbia.
- Io sono Francies…e tu?...-
- Mi chiamo Joel, ma gli amici mi chiamano Taco. –
- E io come ti devo chiamare?-
- Dipende. – Si era seduto di fronte a me incrociando le gambe e con un bastoncino che teneva infilato nella tasca dietro dei pantaloni, cominciò a picchiettare e giocherellare girandolo tra le dita.
- Da cosa? –
- Se vivi qui possiamo divertarlo…amici intendo. –
- Sono soltanto di passaggio …e non so quando tornerò da queste parti. Ma chi mi ospita è il proprietario…conta qualcosa? –
- Rob è tuo amico? – Rimasi sconcertata nel sentirlo pronunciare quel nome e scuotendo la testa lo osservai meglio.
- Lo conosci? –
- Certo. Lui mi chiama Taco, ci siamo incontrati proprio qui…in questo stesso punto e lui come te se ne stava avvolto nella coperta a fumare la sua sigaretta. –
- Beh…è una strana coincidenza non trovi? –
- Da lontano credevo fossi lui…per questo sono arrivato fino a qui. –
- Mi dispiace allora averti deluso. –
- Niente affatto…sei più bella di lui. – Scoppiai a ridere a quelle parole.
- Ti ringrazio …Taco...posso chiamarti così allora? –
- Direi di sì. -
- Grazie. – La dolcezza e l’innocenza di quegli occhioni grandi mi sciolse.
- Perchè te ne stai qui tutta sola? –
- Avevo bisogno di pensare e il rumore del mare mi aiuta a farlo meglio.
- Anche Rob aveva voglia di pensare…potreste farlo insieme…così sarebbe meno noioso no?-
- Mi piacerebbe molto, ma lui non c’è. E’ dovuto partire e domani mattina me ne torno a casa anch’io. –
- Peccato, ma fa niente….presto lo rivedrò…e rivedrò anche te, stanne certa. – Lo vidi frugare nelle enormi tasche e estrarne una manciata di conchiglie colorate dalle forme più svariate.
- Ecco tieni. – E mi porse quella più grande e panciuta che oltre ad avere uno splendido color corallo era ricoperta da tante piccole macchioline che ne sfumavano le tinte tenui.
- E’ bellissima grazie, ma sei sicuro di volerla dare a me?-
- E’ il talismano del Buon Ritorno. Mia nonna dice che quando regali una di queste conchiglie ad un amico…lui presto ritornerà da te e mia nonna ha sempre ragione su tutto. Ne ho data una anche a Rob, quindi magari tornerete insieme…ti andrebbe? –
Quel bambino stava abbattendo tutti i muri dietro ai quali mi stavo nascondendo e senza nemmeno accorgersene aveva messo a nudo la vera me…e non poteva sapere quale regalo grande mi stesse facendo.
- Sarò felice di rivederti Taco…non puoi immaginare quanto… e Robert sarà con me, come dici tu. –
- Bene allora…- si alzò sbattendosi rumorosamente i pantaloni per liberarli dalla sabbia..
- Devo tornare o mia nonna comincerà a preoccuparsi. Buon rientro a casa Francies e ricordati di me…quando tornerai da questa parti. –
Mi porse la mano ed io la strinsi sentendo che quel ragazzo aveva dato una svolta alla mia giornata.
- Puoi contarci Taco. Arrivederci a presto allora…e grazie del tuo splendido regalo…lo porterò sempre con me…stanne certo. -
- Ciao…a presto. -
E richiamando quel giocherellone del suo cane lo guardai allontanarsi di corsa bagnandosi i piedi al passaggio delle onde che accarezzavano la riva.
Seguii le sagome dei loro corpi fino a vederli scomparire …e poi stretta nella mia coperta mi costrinsi a rientrare in casa.
Tenni stretta quella conchiglia tutta la notte…e l’indomani …al mattino…feci rientro alla mia vita….
8 commenti:
ma che bello fra!!!! Taco deve tornare!!!
Meraviglioso come sempre Fra.....riesci a farmi immedesimare ogni volta nelle sensazioni di Francies come fosse la cosa più naturale del mondo!! Quando descrivi le sue emozioni in maniera così dettagliata e poetica mi sembra di stare lì con lei. Sei unica, continua così...il tuo sogno sta diventando anche il mio!!!! <3 Emma
bellissimo Fra.. sembra di stare lì con te!!!
E' vero, anche io ero su quella spiaggia e sentivo gli odori che il mare sprigiona......brava francies
Poesia...
Il tuo sogno è il nostro sogno.....
Bello realizzarlo attraverso la tua storia.
Sai trasmettere dolci emozioni che toccano il cuore.
Brava
Sei tornata più romantica che mai.... E' splendido, l'ho addirittura immaginato lì avolto nella coperta e il mare, il vento... reale e bellissimo.
Bhè Londra e l'esperienza mistica ti hanno fatto proprio bene...sempre meglio...c'ero anche io su quella spiaggia, buona anche la colonna sonora...brividi...breathe ME!
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